giovedì 5 febbraio 2015

NONNA POSSO...



Ogni pomeriggio verso le 15.15 scendo in garage salgo in macchina e prendo la direzione Borgo Milano. Il percorso è sempre quello, ormai la mia 206 va da sola... Tra le 15,35 e le 15,40 sono già pronta davanti al cancello della SCUOLA DELL'INFANZIA SUORE DIMESSE.
Nel giro di pochi  minuti si aprono i varchi ed una suora, di cui non hanno evidentemente accettato le dimissioni, ci accoglie con il suo "buongiorno !" ed una espressione lieta "...adesso tocca a voi !".
Mi faccio largo e cerco di schivare piccoli bolidi che si rincorrono... sì insomma sono bambini!
Arrivo davanti alla classe di Andrea: eccolo il mio piccolo nipotino "più grande".
Mi vede, mi sorride, dà un bacio alla maestra, che non è una suora... ma che a volte forse vorrebbe dimettersi... e mi corre incontro saltellando.
Fin qua tutto tranquillo, direi quasi monotono...
Dopo essere passati davanti all'armadietto ed aver velocemente prelevato zainetto, giacca, cappello e sciarpa, quasi  ordinatamente appesi dietro all'antina contrassegnata da un variopinto pappagallo, iniziamo le operazioni di vestizione.
La quotidiana scoperta di nuove sfumature sul bianco grembiulino in pendant con le sue colorate mani, rende questo momento molto pittoresco.
Mentre cerco di infilare il berretto su quella testolina: "Nonna aspetta un attimo" e mi scappa via... Rimango con le "reciare"(*) in mano... un momento dopo rieccolo "Sono andato a salutare ancora la mia maestra".
La modalità indossare prosegue, mentre cerco di coinvolgerlo con domande, per non rincorrerlo ancora ... ma che sia per quello che vuole fuggire ??? 
Finalmente usciamo. "Nonna posso dirti una cosa?" "Facciamo la scorciatoia?"... Ci infiliamo quindi verso la pista ciclabile ed ad un certo punto troviamo un varco nella siepe che delimita il parcheggio dove sosta la "nostra" macchina. Rambo imbacuccato  passa attraverso i rami con le braccia alte per non farsi pungere. Abbiamo fatto l'allungatoia, ma siamo soddisfatti della nostra impresa.

Apro le portiere dell'auto e dopo aver riposto borsa, zaino, eventuali disegni, fatto sedere Andrea nel seggiolino, agganciato le cinture... siamo quasi pronti per partire, però manca  ancora un giornaliero dettaglio: le caramelle! Infatti nel portaoggetti fa bella mostra una scatoletta di TICTAC 




Sono solo di due colori per fortuna, perchè Andrea allunga la sua manina con il palmo girato in su per raccogliere un confettino rosa chiaro ed uno rosa scuro.
Bene, ora possiamo  finalmente partire! 


Il tragitto del ritorno è sempre uguale, ma le domande sono sempre diverse e tutte le volte inizia: "Nonna, posso dirti una cosa?" oppure "Nonna, posso farti vedere una cosa?" Alla prima forma di richiesta  riesco sempre rispondere... ma alla seconda mi rimane un pò difficile... mollare la traiettoria della strada e voltarmi verso di lui... allora cerco di inquadrarlo nello specchietto retrovisore.
Gli argomenti delle nostre "ciacole" sono tantissimi, perchè tutto e tutti possono essere oggetto di curiosità...e commenti... a tratti... we speak in English.

Mi fa anche degli scherzi... ed io abbocco come una polla...

"Nonna, posso dirti una cosa, ho perso una delle due caramelle"
"Sei sicuro Andrea? Prova a cercarla lì vicino a te"
"Ho già guardato bene, non c'è!"
"Dai riguarda meglio, sarà sotto le tue gambe"
"Senti nonna, se ti dico che non c'è, l'ho persa, forse sarà caduta per terra"
"Va bene Andrea, al primo semaforo rosso ti do un'altra caramella"

Ecco il semaforo rosso... in salita: giochino di piedi acceleratore/frizione... mi volto prendo al volo la scatoletta delle caramelle e lui con un grande sorriso mi porge la mano... nella fretta scendono due TICTAC, sei stato fortunato... e... FURBISSIMO, perchè con la coda dell'occhio vedo che nell'altra mano spunta  un confettino! Non so se ridere o arrabbiarmi... con me.

Altro pomeriggio, altra avventura:

In macchina silenzio... butto lo sguardo nello specchietto e vedo spuntare solo il pon pon del berretto, mi allungo un pò e scorgo i suoi occhietti chiusi.
Lo chiamo, non risponde... accipicchia si è addormentato.

Arrivata a casa, imbocco lo scivolo del garage, con due manovre mi posiziono davanti alla basculante ... non ho molte alternative : 
1) aspettare il risveglio
2) caricarmi di tutto e di più e salire in casa

Decido per la seconda.

Spengo il motore, sgancio Andrea, raccolgo e riunisco zainetto e borsa, scendo, apro la basculante, accendo la luce, risalgo in macchina,  entro in garage e ri-spengo il motore.
Ri-scendo, vado ad aprire l'altra portiera, metto la  borsa a tracolla, mi infilo lo zaino in spalla, alzo il sedile, entro in macchina (ho una tre porte...) mi cade lo zaino, lo riposiziono, Andrea è sempre con gli occhi chiusi, lo prendo in braccio, esco dall'auto, tengo salde le chiavi, spingo con il gomito la portiera, chiudo mettendo le chiavi in tasca e recuperando nel frattempo quelle di casa.
...Una scalmana...
Spengo la luce, chiudo la basculante e mi avvio verso le scale del giardino... un colpo alla "leggera" porta tagliafuoco e facendo affidamento a tutto il mio senso di equilibrio, salgo con calma gli scalini, Andrea accenna ad un piccolo spostamento, ma solo per accomodarsi meglio, attraverso il cortile, mi dirigo verso il portoncino di entrata, logicamente e giustamente chiuso, giro di chiave e mi trovo davanti all'ascensore...struco el  boton e finalmente la sospirata e quasi irraggiungibile porta di casa: ultimo sforzo.
Arrivo al divano, non sento più la schiena, ma sento molto caldo... cerco di adagiare delicatamente  il monello, il quale apre prima un occhio e poi l'altro e con un sorriso mi dice "Ciao! Mi sono riposato! Giochiamo?"







(*)

Ecco il berretto con le "reciare" di Andrea 







































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